Gli esperti sono alla continua ricerca delle cause del mal di testa

La giornata potrebbe già iniziare con un mal di testa alle tempie e subito si è portati a pensare che la responsabile possa essere la tensione. E' normale poichè a breve devo consegnare un articolo e, oltretutto, a mezzogiorno devo impegnarmi per un'intervista. Chissà se passerà da solo? Alle dieci, in redazione, sgranocchio un pezzetto di cioccolato e bevo un caffè energetico, il tutto condito da un discreto numero di sigarette.


Auto-terapia alle undici: dal momento che la cuffietta si è trasforniata in un elmo pesantissimo, sciolgo il mio solito analgesico in un po'd'acqua e con questo mi inserisco nel 60 per cento di persone che si curano (male) da sole. Il dolore incombe, l'intervista pure. Raggiungo rapidamente l'Istituto neurologico Besta di Milano, dove il Centro cefalee e malattie cerebro-vascolari rappresenta un punto di riferimento per tutta l'Italia dove si fa diagnosi, si cura e si fa ricerca.


Un pianeta sommerso che solo da una decina d'anni viene tenuto nella dovuta considerazione e che comincia a rivelare i suoi segreti e i suoi numeri. Per esempio, la sola emicrania colpisce oltre 7 milioni di italiani. Fra tutti i sofferenti di mal di testa, appena il 40 per cento va dallo specialista, il resto si cura da solo con gli analgesici da banco. Infatti di solito ci si cura da soli, anche perché non si trova mai un medico disposto ad ascoltare attentamente, tanto da far pensare di essere un malato immaginario e incurabile. Invece no, il mal di testa è una malattia che può essere curata bene, ma deve essere inquadrata, il che non è proprio semplice.



Un colloquio fondamentate


Per curare, infatti si deve prima fare un'anamnesi approfondita, raccogliere cioè tutta la storia fisiologica e patologica del paziente e dei familiari. Perché questa malattia non ha una sola causa ed è molto importante sapere se genitori o fratelli hanno problemi analoghi. Inoltre è certo che le crisi possono essere accentuate o scatenate dai formaggi, dal cioccolato, dall'alcol, dal caffé (che però in alcuni casi ha un effetto calmante), per non parlare del fumo o della pillola anticoncezionale. Quindi è indispensabile approfondire tutti questi aspetti. Trasgressioni alimentari, pasticci con i farmaci, storia di famiglia: spesso ci si riconosce in pieno. Mentre da piccoli maschi e femmine soffrono di emicrania con una frequenza simile, appena si arriva all'età dello sviluppo il rapporto è di quattro donne contro un uomo.


Colpa degli ormoni, gli stessi che peggiorano la situazione quando si prende la pillola. Spesso il mal di testa è di tipo tensivo, perché altrimenti non riuscirebbe neppure a parlare. Ma una stessa persona può avere anche crisi di emicrania, con dolore pulsante, continuo, che si accentua se si abbassa il capo e si tossisce, pallore, difficoltà di concentrazione. La frequenza di questi attacchi è variabile: una o più volte alla settimana, una volta al mese. Gli attacchi possono durare da uno a tre giorni, con una interruzione momentanea durante la notte e con una progressiva diminuzione del dolore. E’ un sollievo scoprire che tutti questi sintomi non sono soggettivi, ma hanno la convalida della scienza ufficiale. Perché, una delle sensazioni più frequenti di chi soffre di mal di testa è la solitudine, la consapevolezza che nessuno, dal medico agli amici ai colleghi ha la minima idea di quello che si prova durante una crisi. Non è un caso che se un paziente si sente ascoltato dal proprio medico, beneficia nel 40 per cento dei casi di un "effetto placebo" che migliora l’efficacia della cura.



Uno squilibrio chimico


Ma cosa provoca il dolore? Non un'arteria che si dilata e pulsa, come si pensava fino a qualche anno fa, ma qualcosa che non funziona nel sistema nervoso centrale, come dimostrano le ricerche più recenti. Nel caso dell'emicrania, bisogna ricordare che questa non è una malattia d'organo (il cervello) ma della sua funzione. Ha una componente ereditaria dovuta a più geni, con uno sviluppo prevalentemente femminile e quindi forse legato al cromosoma X. Sappiamo anche che esiste una alterazione di neurotrasmettitori come serotonina, dopamina, noradrenalina. Queste sostanze regolano i ritmi biologici grazie ai quali noi possiamo adattarci ai diversi stimoli, luce e buio, fame e sete. Si è scoperto che nel cervello esiste un "generatore dell’emicrania". Questa struttura è stata individuata casualmente su una donna che ha avuto un attacco proprio mentre era stata sottoposta, per altri motivi, a un esame con la tomografia a emissione di positroni (Pet), indagine che permette di visualizzare le attività del cervello. Nel caso dell'emicrania con aura, invece, la ricerca dimostra che c'è un'attività eccessiva delle cellule nervose (neuroni) nella corteccia cerebrale, cioè la vera e propria "materia grigia" e lo scatenarsi di alcune sostanze in grado di innescare una riduzione del flusso sanguigno: è come un'onda che progressivarnente si propaga dalla parte posteriore della testa verso le tempie alla velocità di 2-3 millimetri al secondo. Forse si possono eliminare l'emicrania con aura dai mal di testa, anche perché è una condizione ben identificabile.


Poiché il fenomeno coinvolge la zona dei cervello in cui ci sono i centri della vista, oltre una certa soglia, in certi casi, diventa ischemia (diminuzione dell'afflusso di sangue). Per questo chi ne soffre dovrebbe essere sottoposto ad accertamenti più approfonditi, soprattutto se nel tempo aumenta la frequenza degli episodi. Una volta chiariti il tipo di mal di testa e la storia personale, non occorre prescrivere tanti esami. Si può tranquillizzare il paziente, decidere quale terapia prescrivergli, fargli eliminare il cioccolato o i formaggi. Magari far presente che la notte dorme troppo (anche questo può provocare un attacco) o consigliare di non modificare troppo ì suoi ritmi di vita durante i fine settimana, per evitare la forma "da week-end", tipica di chi cambia di colpo le abitudini quotidiane.